“Ehilà, venerdì ti va di venire al concerto di Giorgia?” 

L’altro giorno, quando la mia amica Maria mi ha fatto questa proposta, non ho esitato un attimo: Giorgia è Giorgia, vamos! 

La settimana passa veloce ed ecco arrivare il venerdì. 

“Andiamo con l’auto di Margherita, ci vediamo alle cinque in piazza del Lauro. Mi raccomando, puntuale!”

Maria mi conosce bene e sa che, tra imprevisti e varie, la puntualità non è il mio forte. 

Sono le 16:30 e io mi ritrovo impalata come una mummia a fissare il mio guardaroba. Del resto, c’è un motivo se si chiama così: guarda-roba, guardi la roba esposta, senza decidere  cosa indossare.

sempre la stessa storia, che credo valga per la stragrande maggioranza delle donne: facciamo tanto shopping, compriamo di tutto di più, ma ogni volta che si presenta un’occasione particolare, non sappiamo cosa mettere. 

L’orologio batte le 16:45 e io, dopo vari outfit  provati e scartati, ho il letto invaso da t-shirt, pantaloni, camicie e di tutto di più. Così, infilo al volo i miei jeans preferiti e afferro la prima t-shirt che mi si presenta alla vista. Faccio tutto di corsa, ma quando si va di fretta, si sa, le cose non vanno mai per il verso giusto: mentre metto in borsa portafoglio, fazzoletti e cellulare, zac!, si stacca una delle mie unghie finte.

Recupero quindi l’apposita colla e non avendo il tempo di sistemare il tutto al momento, me la porto con me. 

Incredibile, ma vero: arrivo per prima al posto stabilito. Così, me ne resto in macchina e mentre aspetto le altre, mi cimento ad attaccare l’unghia. Apro il barattolino, ma succede una cosa strana: il beccuccio dosatore s’incastra al tappo e una gran quantità di colla fuoriesce a mo’ di eruzione vulcanica. Io, incredula e sgomenta al tempo stesso, fisso la scena e, prevedendo l’inevitabile, lancio un urlo disperato: “Noooo!”…

La colla si deposita sui miei jeans, con un effetto devastante… 

Cerco di salvare il salvabile e afferro una bottiglietta d’acqua per bagnare un fazzoletto, ma ormai la colla si è indurita e ha pure rovinato la tappezzeria del sedile. Fantastico. 

Con il fazzoletto inumidito, inoltre, non faccio che peggiorare le cose e, in men che non si dica, mi ritrovo con la mano destra cosparsa di colla e di residui di tovagliolo. 

Insomma, un disastro. 

Esco dalla macchina con uno sguardo cupo, avanzo verso la piazzetta dove mi aspettano le altre, e  sento gli occhi di tutti i passanti puntati su di me. Ma magari è impressione, nessuno nota i miei jeans macchiati di colla. I miei jeans preferiti! Quelli che ho sempre indossato volentieri…

“Che te ne importa dei jeans? Buttali! La mano, piuttosto. Come si fa adesso con la mano piena di colla?”

Maria smonta in un attimo il mio attaccamento ai jeans. 

“Vedi? Queste operazioni non vanno fatte in macchina! Sempre a casa, con calma, su un tavolo coperto con un giornale”, continua la mia saggia amica.  

Ha ragione. E meno male che non mi è balenata l’idea di fare questa prodezza nell’auto nuova di Margherita…

Ma c’è di più: le cose non vanno fatte di fretta e, veniamo al punto dolente, devo imparare a essere più risoluta e più “easy”, quindi basta perdere tempo con la scelta di cosa indossare. Prendiamo esempio dalle donne americane, che si vestono a casaccio, senza pensare ad abbinare stili e colori e si mettano la prima cosa che trovano. Poco eleganti, certo, ma almeno le vedi allegre e spensierate. E senza colla sui jeans. 

Comunque, tra varie altre disavventure (traffico chilometrico, parcheggi chiusi, locali senza servizi di ristorazione per placare il nostro appetito…), alla fine eccoci arrivate al concerto di una strepitosa Giorgia, a cantare (o meglio a stonare) a squarciagola. 

Quale brano? “Il mio giorno migliore”. Tanto per stare in tema, no? 

M.C.