DAL QUOTIDIANO “LA REPUBBLICA” (6 MAGGIO 2024)
Gustavo, un uomo di mezz’età, convive da sempre, tra il muto imbarazzo dei famigliari e dei suoi affetti, con ciò che la scienza psichiatrica definisce come “disturbi pervasivi dello sviluppo”, capaci di compromettere in maniera grave la sfera comportamentale, le interazioni sociali e le capacità comunicative degli individui. Un mondo fatto di incertezze, fragilità e impedimenti, che sembra circondato da inscalfibili pareti di cemento. Almeno finché Gustavo, che ne è prigioniero, non s’imbatte in un quadro raffigurante un uomo con delle ali di carta, identificandosi in qualche modo con lui e incominciando a spiccare grandi voli con tutto il suo essere. Provando nuove emozioni, fronteggiando le sue paure e incontrando finalmente l’altro da sé.
Laureata in Conservazione dei Beni Culturali, insegnante di Storia dell’Arte al Liceo Artistico “Grandi” di Sorrento, autrice di commenti critici e organizzatrice di allestimenti espositivi, Mariaelena Castellano torna alla narrativa dopo il romanzo d’esordio, uscito nel 2019, “Il sole nel buio”. E lo fa con un’opera di respiro più ampio, che prende spunto dalle sue esperienze lavorative nel campo della divulgazione artistica e che amplifica una caratteristica insita anche nel lavoro precedente: la coralità e l’incrocio formativo tra molteplici esperienze che porta, pur attraverso il dolore, le angosce e i drammi esistenziali, a una crescita collettiva. Intorno alla complessa figura di Gustavo si addensano infatti le storie di altri personaggi, dando corpo a quella che l’autrice definisce come “una polifonia di sentimenti e rancori, di paura e coraggio, di pieno e di vuoto”. Una vicenda fatta di percorsi di vita che si intrecciano, dove il desiderio di riscatto dei singoli si ritrova a fare i conti con l’accresciuta percezione delle proprie debolezze. Ma anche le debolezze – è questa la meta finale verso la quale la scrittrice conduce i suoi lettori – possono rappresentare un’infinita ricchezza se ci pongono dinanzi a ciò che ci rende umani. A ciò che ci rende vivi e speciali. Tutti, senza alcuna eccezione.
L’urgenza di raccontare che anima Mariaelena Castellano emerge forte dall’impiego del tempo presente e dall’attenzione che pone ai dialoghi, strutturati in forma mimetica e volti a evidenziare le interazioni psicologiche ed emotive dei protagonisti del romanzo.
Alessandro Di Nocera