La quotidianità di un genitore è sempre in salita, anche quando è alle prese con le domande curiose dei propri figli“. (Cit.)

Vero. Piolo dopo piolo, proviamo a inerpicarci con i nostri bimbi, alla ricerca delle risposte più adatte per soddisfare i tanti dubbi che ne costellano la crescita.

Ma andiamo con ordine.

Oggi, in macchina, di ritorno da scuola, il mio secondogenito, Nenè, era piuttosto silenzioso.

Io ed Elleni, invece, parlavamo a ruota libera del più e del meno. A un certo punto, lui ci ha interrotte:

«Avete saputo? Anche la cugina di Maria è incinta!»

Io e mia figlia ci siamo scambiate uno sguardo perplesso.

«E chi è Maria?» ho chiesto, incuriosita.

«Come chi è Maria? Maria!» ha risposto lui, risoluto.

Sono entrata nel pieno del gossip e ho richiamato alla memoria le Maria di mia conoscenza, pensando a tutte le cugine delle Maria, a come Nenè potesse conoscerle e, soprattutto, a come avesse saputo la notizia di questa gravidanza.

Pensa e ripensa, alla fine mi sono arresa:

«Dammi un suggerimento, conosco tante persone che si chiamano così…»

«Mamma! Maria la mamma di Gesù! E´ andata a trovare Elisabetta e sono tutt’e due incinte!» ha svelato lui, con tono spazientito, come se fosse anormale non comprendere subito i fatti.

Ecco cosa accade quando vai a prendere tuo figlio da scuola, se in orario ha la lezione di religione!

Tornati a casa, dopo pranzo, Nené ha ripreso l’argomento:

«Mamma, dimmi una cosa: ma come ha fatto Elisabetta a essere incinta?»

Ecco, ci sono due tipologie di domande che possono mettere in crisi un genitore. Una è quella relativa al come nascono i bambini, l’altra, invece, chiama in causa i misteri della creazione, dei miracoli e del perché viviamo.

Nenè, ad appena sei anni, è stato in grado di spiazzarmi con una domanda riferita a entrambe queste tipologie.

Per fortuna, proprio in quel momento è iniziato uno dei suoi cartoni preferiti e il discorso è rimasto in sospeso, con i miei sentiti riconoscimenti al piccolo regno degli elfi Ben e Holly.

Altrimenti, gli avrei suggerito di chiedere alla sua insegnante di religione, come faccio di solito, quando vado in difficoltà.

Per esempio, ricordo una sera di un paio di mesi fa. Elleni e Nené non riuscivano a prender sonno, erano troppo presi dalle loro chiacchiere. Allora, per tentare di conciliare il sonno, ho sfoderato una delle mie super storie con tanto di maghi, streghe, fate e gnomi. Niente da fare.

«E´ tardi, dormite, ché domattina, alle sette, vi tirerò giù dal letto!» ho bofonchiato.

Tutto inutile. A quanto pare, anziché prender sonno erano in vena di domande amletiche.

«Prima, però, ti dobbiamo chiedere una cosa!» ha esclamato Elleni.

«Sì, mamma di sicuro lo sa!» le ha fatto eco Nené.

«Cosa volete sapere?»

E loro, in coro: «Noi siamo stati creati da Dio, ma com’è nato Dio, chi lo ha creato?»

Ecco qua.

Senza perdermi d’animo, ho cercato di illuminarli appellandomi a reminiscenze teologiche e a barlumi filosofici d’ogni sorta, finché sono capitolata all’ulteriore richiesta di chiarimenti sul concetto di eternità: «Ma cosa significa? Come fa Dio a esistere da sempre? Non c’è mai un prima? Chi faceva Dio quando Dio era piccolo?»

Non restava che arrendermi, così è scattato il consueto: «Chiedete all’insegnante di religione», a cui ha fatto seguito un:  «Va bene, abbiamo capito, dobbiamo cercare su Google».

Eh, magari tutto, ma proprio tutto, potesse essere a portata di un clic!

M.C.