Come in ogni vigilia dell’Epifania che si rispetti, anche ieri sera ero alle prese con cioccolata, leccornie e dolciumi d’ogni sorta, comprati in fretta e furia l’altro giorno, dopo aver lasciato la prole all’amica di turno o ai santi nonni.

Una volta riempite le calze, c’erano da incartare i giochini e, come da tradizione ormai consolidata, i libri.

“La Befana tiene tanto alla lettura. E poi, ha la capacità di indovinare i vostri gusti: i suoi sono libri speciali!” avevo detto ai miei figli, qualche anno fa.

Sarà la suggestione, ma ogni libro scelto per l’Epifania è davvero speciale. Forse l’occasione mi rende più accorta nella selezione oppure, chissà, la vecchina che vien di notte volando su una scopa ci mette per davvero il suo zampino…

Da due o tre anni, poi, ho inaugurato una bella usanza: libro e calza pure per me e anche in questo caso, nonostante io sia una lettrice piuttosto esigente, i titoli scelti per l’occasione mi hanno da subito conquistata.

Quest’anno, però, la vigilia dell’Epifania porta con sé la consapevolezza che potrebbe essere l’ultima volta in cui dovrò adoperarmi a far da Befana ai miei figli.

La primogenita, ormai quasi dodicenne, già da un paio di anni ha scoperto la reale provenienza dei doni natalizi; il piccolo di casa, Nené, prossimo ai dieci anni, invece, per fortuna crede ancora a elfi, folletti, renne, discese in caminetti impolverati e scope volanti.

Non è stato facile far sì che anche quest’anno vivesse le magie del Natale: a inizio dicembre, una sua insegnante ha mostrato alla classe un video sulla vera storia di Santa Claus, con tanto di riferimento alla trovata pubblicitaria della Coca-Cola…

“Mamma, Babbo Natale è solo un’invenzione per i bambini”, ha quindi esordito lui, una volta a casa.

“Nooo… ma cosa dici?” ho inveito io e grazie alle mie conclamate arti oratorie e alla provvidenziale visione di un documentario molto credibile su avvistamenti di scie luminose nella notte di Natale e dell’Epifania, per quest’anno la magia è salva.

Per quest’anno… poi, inevitabilmente, si volterà pagina: come è giusto che sia, i bimbi crescono. E con loro cresce anche la voglia di fermare il tempo per godere quei momenti magici che solo il mondo dei piccoli sa donare. Perché vivere con chi crede alle fantasie più ardite, fa sì che anche noi adulti ne veniamo in qualche modo coinvolti, ricordando così la nostra infanzia, quando eravamo noi a far di tutto per restare svegli per provare a scoprire chi verrà a portarci i doni.

Oggi, i bambini sono più furbi e tecnologici:

“Io non riesco mai a restare sveglio, metterò una telecamera nascosta!” bofonchiava Nené, l’altro giorno.

Così, questa Epifania, ha un sapore speciale: probabilmente sarà l’ultima in cui una super dormigliona come me dovrà riuscire ad alzarsi nel cuore della notte vincendo la sensazione di essere tutt’uno con il materasso, per recarsi in punta di piedi al nascondiglio di calze e libri, cercando di non far rumore. Quindi, omaggerò il rito del vassoio con liquore e biscotti (sì, la nostra Befana adora il liquore alla liquirizia e i biscotti all’anice!), per poi sprofondare di nuovo a letto, con addosso una sensazione furtiva e con l’emozione di una notte diversa dalle altre, dove il silenzio della casa sembra quasi irreale e il tempo pare dilatarsi.

“Allora voi adulti mentite quando raccontate ai bambini di Babbo Natale e della Befana!”, aveva esclamato mia figlia, dopo le sue indagini sulla provenienza dei doni natalizi.

” No, cara Elleni, queste non sono bugie, magari sono… sono mezze verità”.

Perché se i bambini smettessero di credere alla magia del Natale e dell’Epifania, finiremo con il ridurre tutto a una razionale banalità. E, invece, anche noi, i “grandi”, così bravi a complicarci la vita in pensieri e preoccupazioni, dovremmo tener vivo il bisogno di emozionarci di più, magari senza smettere di credere che, in qualche modo, un po’ di magia esista per davvero…

M.C.