Non è facile organizzare la didattica in maniera attiva, incanalando i saperi in una direzione di creatività e di sinergie disciplinari.

Ci sono le corse contro il tempo, i programmi da portare avanti, le verifiche, i recuperi.

Non è facile, ma è fondamentale provarci.

Ecco, allora, che gli orari tra i colleghi s’incastrano, le lezioni s’interrompono per qualche minuto e ci si ritrova nell’androne dell’istituto per dedicarsi alla realizzazione di un filmato.

Le classi coinvolte sono la IV FT e la V FS del liceo artistico e musicale “F. Grandi” di Sorrento; gli studenti, dopo essersi adoperati negli allestimenti, si sono improvvisati attori interpretando la lauda de “Il pianto della Madonna” di Jacopone da Todi.

“Nessun parli” è il titolo scelto per il video: nessuna voce,  solo sequenze filmiche e immagini evocative per far dialogare la sofferenza della Madonna con il dolore delle madri di oggi, fino a giungere al messaggio di speranza portato da ogni nascita.

Oggi la ricorrenza del dogma dell’Immacolata Concezione, con cui si celebra la nascita senza peccato originale della Beata Vergine, offre il pretesto per ricordare il suo dolore  attraverso la visione di questo filmato.

L’interpretazione della studentessa Claudia Zarrella evidenzia il dolore profondamente umano della Vergine, la sofferenza di una madre sofferente, che pur accettando il disegno del Padre, se ne sente sopraffatta.

Il Nunzio, impersonato da Francesco Saverio Gargiulo, è l’austero portavoce di tutte le umiliazioni patite dal Cristo e attraverso il suo racconto si snoda il drammatico percorso della passione.

L’androne della scuola diventa allora la piazza dove il popolo inveisce contro il Nazareno,  rappresentato da una donna, Sarah Gambardella,  “inchiodata” su una sedia a rotelle, perché il Cristo crocifisso rivive anche in tutte le  ingiustizie e i soprusi subiti dalle categorie sociali più deboli.

A nulla valgono le suppliche della Madonna, a nulla servono i suoi disperati tentativi di persuadere la massa, di fermarne le urla e gli insulti diretti all’amato Figlio.

Il popolo di ieri, quello che preferì salvare Barabba; il popolo di oggi, quello che filma con un cellulare anche i momenti più tragici.

Passato e presente s’intrecciano nei deliri e nelle fragilità umane.

A pochi metri da questa folla scalpitante, ovvero dagli studenti delle due classi, un gruppo di adulti – impersonato da noi docenti – non partecipa alla scena, si estranea dai fatti.

Ognuno è preso dal proprio microcosmo di vizi e vanità, incurante di quanto ha attorno.

Abbiamo imparato a convivere con le grandi problematiche sociali che infestano la nostra realtà; anche le più crude  immagini di fame e disperazione non fanno più notizia, restano lì dove sono, congelate in quest’aura d’indifferenza.

L’inserimento nel filmato di un pubblico più maturo, volutamente contrapposto all’attivismo giovanile, evidenzia  i comportamenti spesso inadeguati di chi dovrebbe invece fornire un ruolo di guida.

Tra l’agitato delirio del popolo e il disinteresse dei “Farisei” si consuma l’umana sofferenza di Maria, che nella lauda di Jacopone svela la sua più intima essenza, in quella che si può definire una sorta di “Passione della Vergine”.

Il suo è il dolore della prescelta, della Madre del Salvatore.

E´ un’agonia destinata ad acquietarsi, come è giusto che sia, per cedere il passo alla celebrazione della vita.

Perché la vita continua, sempre e nonostante tutto.

Continua nella scelta del finale di questo video, dove a vincere su tutto è il messaggio di speranza legato all’idea di maternità.

Un epilogo dove il grido della rinascita vince sul silenzio della morte.

Nessun parli.

A parlare sono i tuoi occhi tristi, Maria.

A proferir parole sono le lacrime del tuo pianto dimesso.

Scorrono tra le  meste melodie schubertiane:

Ave Maria, Vergin del ciel,

Sovrana di Grazia e Madre Pia …

Nessun parli.

E´ il muto e austero volto  del Nunzio a svelare il tuo dolore:

Donna del Paradiso, lo tuo figliolo è priso, Jesu Cristo beato.

Piangi, piangi o Maria.

Insieme alle lacrime scivola anche il tuo velo:

la tua salda, divina sottomissione è sopraffatta dal pietoso, umano sentire.

Affranta,

provi a contenere il tuo indicibile dolore.

“… Quod per sortem,  sternit fortem, mecum omnes plangite!”

(Poiché a causa della sorte, acquieta la forza. Piangete tutti con me!):

gridano per te le potenti note  del Carmina Burana.

Nessun parli.

A parlare è il delirio della folla scalpitante.

Il popolo inveisce contro il tuo adorato Figlio.

Lo insultano, si rivoltano contro di Lui,

così come ti aveva informata il Nunzio:

Accurre, donna, e vide  che la gente l’allide!

Credo che ‘llo s’occide, tanto l’on flagellato“.

Piangi, piangi o Maria,

mentre ti prodighi a tentar di salvarlo.

Tuttavia, vano è il tuo affanno: la gente non ti ascolta,

continua a imprecare e, poco distanti,

i Farisei ridono senza curarsi di nulla.

Falli tacere.

Nessun parli.

Lascia parlare il tuo volto insanguinato,

dilaniato dalle sofferenze patite da chi hai messo al mondo.

Lascia parlare il dolore di tutte le madri sopravvissute ai propri figli;

 se li son portati via la guerra, il lavoro, la malattia.

“Con troppe lacrime piangi, Maria, solo l’immagine d’un’agonia:

sai che alla vita, nel terzo giorno,  il Figlio tuo farà ritorno…”

Così canta De André e insieme alla sua lirica

affiora, finalmente, un tuo sorriso di speranza.

E´ l’inno alla Vita, che si rinnova con ogni nascita.

Torna il colore:

vince sul grigio dei tristi tormenti.

Torna la luce:

s’irradia sul buio delle più temibili paure.

Torna la vita:

il suo grido vince sul silenzio della morte.

 

                                                                                    M. C.

Il progetto didattico “Nessun parli” è stato curato dalle classi IV FT e VFS del liceo artistico e musicale “F. Grandi” di Sorrento, guidate dai docenti F.Spinelli e M.Olivieri. 

Per il paziente lavoro del “dietro le quinte” si ringraziano gli alunni della VFS:

Ilaria Pane  e Giacomo De Angelis (montaggio del video);  Lina  Coppola (sceneggiatura), Emma Astarita, Luisa Cesarano, Michelle Mattera, Stefano Longobardi (selezione delle immagini); Giorgia Mase (scatti del backstage e della cover / ph @ketchs_ ).

Regia a cura di: Emiliano Sorrentino, Giacomo De Angelis, Ilaria Pane, Giorgia Mase.