Dopo aver esaminato il complesso religioso dell’Acropoli di Atene, concludo il discorso sull’architettura greca in età classica soffermandomi anche sull’edilizia civile.

Il linguaggio artistico che caratterizza la tipologia religiosa non differisce sostanzialmente da quello relativo agli altri ambiti.

Proporzione, equilibrio e senso di misura, infatti, sono qualità riscontrabili nei templi, così come nelle costruzioni civili. Inoltre, gli ideali di ordine e razionalità si riflettono anche nella conformazione urbanistica, cosicché a partire dal V secolo a.C., le città di nuova fondazione, o quelle necessitanti di interventi di ricostruzione, ricevono un’impostazione regolare e predefinita, che si fa risalire all’urbanista Ippodamo di Mileto(*).

Tra le tipologie architettoniche dell’edilizia civile ellenica in età classica, il teatro merita una trattazione particolare, in quanto  rappresenta una delle strutture più significative di questo periodo.

In esso si realizzano spettacoli di danza, musica e recitazione destinati a tutta la popolazione, senza distinzioni sociali ed economiche tra i cittadini.

Tuttavia, il pubblico  in genere è maschile, così come tra gli attori non figurano donne.

La limitata partecipazione femminile non è regolata da un divieto, bensì dall’idea che sia indecoroso per una donna prendere parte a questo tipo di intrattenimenti.

Il teatro assolve anche a una fondamentale funzione culturale, svolta in particolare attraverso la rappresentazione delle tragedia(*), una delle più alte espressioni della cultura ellenica.

E’ proprio in età classica che il teatro greco trova una sua compiuta definizione architettonica per poi imporsi

come luogo sociale aggregante, dove la comunità si riunisce per fruire di spettacoli caratterizzati da uno spiccato ruolo educativo.

I Greci, infatti, non vivono l’evento teatrale soltanto come un semplice momento di svago e divertimento,  ma anche come occasione per celebrare le antiche storie del mito, imparare i precetti religiosi e riflettere sul mistero dell’esistenza. Attraverso le rappresentazioni messe in scena, si pratica una sorta di attività morale e religiosa, molto sentita, paragonabile a un vero e proprio rito.

Tutti i teatri greci sono all’aperto e hanno i posti a sedere ricavati  sfruttando il declivio naturale del suolo, in modo tale che le ultime file siano situate più in alto, per un’ottimale fruizione visiva e acustica.

La struttura consta di tre parti: càvea, orchestra e scena.

La càvea consiste nello spazio semicircolare occupato dalle gradinate per la seduta degli spettatori, attraversate in orizzontale da corridoi e in verticale da scale.

L’orchestra, spazio destinato ai canti e alle danze del coro, ha forma circolare ed è collocata di fronte alla càvea.

La scena, situata dietro all’orchestra, in un primo tempo è una struttura precaria in legni e tendaggi. Dal III secolo a.C., diventa una costruzione in muratura con elementi  e decori sempre più complessi.

Tra i teatri più rinomati va ricordato quello di Dioniso, costruito agli inizi del V secolo a.C., nell’omonimo santuario situato lungo le pendici sud orientali dell’Acropoli di Atene.

(Teatro di Dioniso)

Celebre il teatro di Epidauro (360 a.C.), dotato di grandi dimensioni e di ottimali caratteristiche acustiche.

Mariaelena Castellano

IPPODAMO DA MILETO, L’INVENTORE DELLA “DIVISIONE DELLA CITTÀ”

Il nome di Ippodamo, urbanista greco del V secolo a.C., originario di Mileto, è associato a una tipologia regolare di schema urbanistico, a maglie ortogonali, che da lui prende il nome di “ippodameo”.

In realtà, città impostate con incroci regolari degli assi stradali erano state  realizzate già in periodi anteriori, per cui è problema dibattuto dalla critica quale ruolo attribuire a Ippodamo.

Pianta ippodamea del Pireo

Probabilmente, il suo intervento si distingue dai precedenti esempi per la messa a punto di un progetto dove, alla suddivisione ritmica del reticolato stradale, si aggiunge la ricerca di effetti scenografici e di soluzioni ispirate a criteri di razionalità.

Inoltre, Ippodamo, a cui sono attribuite le progettazioni di centri di grande importanza, come la natia Mileto e il demo attico del Pireo,  argomenta le sue scelte operative con validi supporti teorici ponendosi come figura carismatica in grado di accentrare intorno al suo nome questo nuovo sistema urbanistico.

PER SAPERNE DI PIÙ…

LA TRAGEDIA GRECA

La tragedia è un’opera drammatica fondata su una trama caratterizzata da eventi luttuosi e violenti, messa in scena con tono elevato e solenne.

Il termine deriva dalle parole greche ᾠδή«canto» e τράγος «capro», con evidente riferimento alla poesia lirica e ai culti del dio Dioniso, il cui animale sacro è appunto il capretto.

Le vicende, narrate con linguaggio nobile e complesso,  forniscono innumerevoli spunti riflessivi legati all’umanità e ai disagi della società del tempo. I personaggi tipici di questa tipologia teatrale sono in genere re, regine e valorosi condottieri.

Un ruolo fondamentale è svolto dal Coro, che oltre ai canti tra i vari atti, partecipa attivamente allo svolgimento del dramma esprimendone pensieri e sentimenti.

Tra i principali tragediografi greci, ricordo Eschilo, Sofocle ed Euripide.

VISITIAMO!

IL PARCO ARCHEOLOGICO DI VELIA

Nel cuore del Cilento, in località Ascea Marina, immerso in una ricca e variegata vegetazione,  sorge il complesso archeologico dell’antica colonia greca di Elea, dal nome dalla vicina sorgente  Hyele. La città è stata  poi  ribattezzata Velia dai Romani.

L’area, dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, è venuta alla luce a partire dal 1921, con gli scavi guidati da Amedeo Maiuri, che hanno consentito la scoperta di gran parte dell’antica città, nonché la ricostruzione completa della pianta.

Al soggiorno balneare nei lidi sabbiosi del Cilento si può così associare un itinerario culturale che consente di percorrere le strade e l’agorà che furono scenario degli incontri tra  Parmenide, Zenone e Melisso, tra i grandi filosofi della scuola eleatica.

Nell’antica acropoli, dove  oggi sorge una fortificazione medievale, segnalo i resti dell’antico teatro greco, risalente al IV secolo a.C. , uno dei più antichi esempi di questa tipologia edilizia in Campania.

Questa parte dell’antica città è stata quindi adibita a ospitare l’evento “Velia Teatro”, rassegna di suggestivi spettacoli teatrali.

Infine, merita menzione Porta Rosa, rinomato monumento civile posto a collegamento tra i due quartieri della colonia e  dotato dell’unico arco greco di età classica, giunto a noi in un perfetto stato di conservazione.